La Sala cinese della Reggia di Portici è un'eccelsa ode all'esotismo del Settecento.
Nascosta nell'ala rivolta verso la montagna è ancora oggi un gioiello artistico avvolto dalla magia dell'Oriente.
È una sala ampia, dipinta a tempera e colla su intonaco. Gli affreschi alle pareti, attribuiti al pittore campano Antonio Cipullo, trasportano i visitatori in un mondo lontano, raffigurando un corteo di autorità cinesi, la danza gioiosa dei giovani e persino un imperatore seduto su un trono maestoso, sormontato da un baldacchino.
Le opere del Cipullo attingono ispirazione dalle incisioni diffuse in tutta Europa durante il Settecento, che miravano a diffondere il fascino dell'Estremo Oriente. Questa sala non era solo un capolavoro pittorico, ma una finestra aperta su un mondo misterioso e affascinante.
Nei documenti d’archivio la sala è descritta come «il Teatrino de’ pupazzi per divertimento de’ Reali Infanti».
Nel corso degli anni, la Sala cinese ha subito varie trasformazioni e in un inventario redatto dopo la rivoluzione napoletana del 1799 la sala viene descritta come «Stanza del Bigliardo, con scene rappresentanti costumi cinesi, lumeggiati con sbruffi d’oro e d’argento».
La Sala cinese, con i suoi dettagli minuziosi e colori vibranti, continua a stupire i visitatori, rievocando un'epoca in cui la passione per l'esotico permeava l'arte e la cultura.